Dal 10 al 23 Ottobre 2016, si terrà a Trento, presso lo spazio espositivo del palazzo della Regione Autonoma Trentino Alto Adige Südtirol, una mostra dell’artista salentino Antonio Trenta che, ininterrottamente, dal 1970 ha svolto la professione di Geometra/Tecnico comunale e in parallelo quella di pittore nella sua ellenofona Calimera, in provincia di Lecce.
Una lunga serie di esposizioni personali condotte lungo l’arco temporale che va dal 1970 al 2015. In questi 45 anni di attività artistica ha sedotto cultori dell’arte e collezionisti di rilievo, ma mai si è concesso al grande pubblico con una mostra al di fuori della sua cittadina natale: “…ed è così che parte l’avventura, e la mia personale scommessa lontano dal tacco, per collocare il Trenta nel luogo più diametralmente opposto a noi dello stivale, la città di Trento. Per consacrare ai più un maestro dell’arte pittorica che non ha mai lasciato Calimera, perché credeva nel potere dell’arte e perché l’arte non smettesse mai di credere in noi uomini. (di Massimo Galiotta, da Kinita On-line, n°49 del 7/2016)”.
Antonio Trenta nasce Calimera nel 1930, pittore, studioso e storico dell’arte, geometra di formazione, studia a Lecce durante il periodo post bellico ed esercita la professione di tecnico fino al 1985. Figlio dell’arte dei suoi contemporanei – forte l’influenza subita in giovane età da famosi maestri salentini quali G. Toma, G. Casciaro, V. Ciardo e su tutti il concittadino Michele Palumbo che conosce personalmente e frequenta. Riservato, schivo e mai banalmente commerciale (gli artisti spesso cedono alla seduzione del mercato e di ciò che si vende) lascia nella toponomastica calimerese, durante la sua attività di dirigente dell’ufficio tecnico comunale, un segno indelebile dell’arte che più di tutte ama, la pittura, facendo convergere sulla già esistente via Zara le nuove vie che intitolerà ai grandi maestri della pittura: Toma, Casciaro, Palumbo, Ciardo e altri ancora, conferendo alla sua cittadina un tono quasi museale, personale tributo alla storia dell’arte italiana e salentina.
Nella sua preziosa e ricercata produzione artistica il Trenta indaga nell’onirico, i suoi soggetti sono tanto veri quanto sobri, quasi a delineare un confine invalicabile tra “Dio Creatore” e l’umano lavoro del modellare la materia, del mescolare il colore con la sofferenza di chi si cimenta con la realtà, con il vero. A suo modo di vedere le stesse difficoltà che si incontrano nella vita, l’individuo, il pittore, le ritrova davanti alla tela avida di colore, costanza e sincero spirito di abnegazione.
«… Così nell’opera “pesce azzurro” l’artista non è interessato al soggetto prescelto solo per la sua mera capacità di esprimere il colore della sua natura acquatica, ma è quel “rigor mortis” tipico del pesce appena pescato che ne cattura l’attenzione; come se la vita conservasse la tenacità, nell’individuo che la assapora, ben oltre l’attimo in cui si trapassa permanendo ancora dopo. E’ come se l’artista Trenta dicesse: dopo tutto, qualcosa resterà di noi e l’opera d’arte è pronta a dircelo, basta saperne leggere il pensiero nascosto tra le sottili e impercettibili pieghe del colore».
Tratto da: M. Galiotta: Il cibo nell’arte pittorica, Artisti contemporanei ed opere, 15/01/2016
Appuntamento con Antonio Trenta per la rassegna “Arte a Palazzo” c/o il Palazzo della Regione autonoma Trentino Alto Adige Südtirol, in piazza Dante a Trento, con una personale di pittura, a cura di Massimo Galiotta, la storia recente dell’artista in 15 opere esposte dal 10/10/2016 al 23/10/2016.
di Massimo Galiotta
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La stampa ha scritto:
Periodico La Kinita, n°49, 7/2016, pag.3
Rivista Puglia&Mare n°16 Dicembre 2016 pag. 64
Corriere-della-sera-18-ott-16-art
Gazzetta del Mezzogiorno del 20 ottobre 2016
Quotidiano di Puglia edizioni di Lecce, Brindisi, Taranto;
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