Al Mart di Rovereto tradizione artistica e modernità a confronto
All’alba del XX secolo, guardandosi alle spalle per avere conferma del suo passato, di quel che si stava lasciando dietro, l’arte contemporanea (del suo tempo e di sé stessa) ha colto i vantaggi – certamente non immediati – derivanti della rottura degli schemi, dell’abbandonarsi alle intuizioni moderniste e modernizzanti, le stesse che da ormai più di un secolo caratterizzano la produzione creativa a cavallo del secondo Millennio.
LA RIVOLUZIONE. Giotto artista visionario, attuale, vero e indiscusso enfant prodige – come narra Vasari a proposito dell’incontro casuale avuto con Cimabue – ha rivoluzionato la pittura medievale aprendo la narrazione per immagini a visioni nuove, descrizioni e paesaggi mai contemplati prima. Le figure piatte su fondo dorato di bizantina memoria cedettero il passo a prospettive anticipatrici di un gusto nuovo, prefigurando profumi di Rinascimento. Giotto, il più grande innovatore della storia dell’arte, introdusse il concetto di moderno molti secoli prima della modernità.
L’ITINERARIO. Il resoconto di un dialogo tra presente e futuro, tra due interlocutori che non guardano più al “fu” ma al “sarà” trova comunque spunto, ispirazione creativa, nel profondo passato giottesco. E’ così che al Mart di Rovereto, da un’idea di Vittorio Sgarbi e a cura di Alessandra Tiddia, è stata allestita una mostra con più di 200 opere di artisti moderni e contemporanei; un percorso senza ostacoli dentro «la grande storia dell’arte»: quella del primo Novecento di Carlo Carrà, Mario Sironi e Arturo Martini; ma anche di Gino Severini, Massimo Campigli, Achille Funi, Ubaldo Oppi fino all’intervento condotto da alcuni artisti internazionali di maggior interesse: Henri Matisse, Yves Klein, Mark Rothko, Josef Albers, Tacita Dean e James Turrell. Secondo un criterio non più etico ma espressivo, non più esterno ma interno, e cimentandosi in un linguaggio non più poetico ma senza schemi metrici l’arte esce così dal canone ottocentesco e storico. Un nuovo sistema di segni entra nel vocabolario del visibile, neologismi che cambiano la forma e l’espressione evolvendo come fa il linguaggio con le nuove parole, inizialmente incomprese poi di uso comune. Al Mart dunque sono esposte le tracce di un’eredità, quella giottesca, che ha influenzato l’opera di alcuni protagonisti dell’arte del secolo scorso: Giorgio Morandi, Fausto Melotti, Mario Radice, Lucio Fontana documentano dunque tutto quello che accadde nel Novecento italiano nonostante i caratteri particolareggiati di alcuni interpreti, e rintracciando in Giotto il principale testimone di una tradizione artistica schiettamente moderna.

Titolo della mostra: “Giotto e il Novecento”
A cura di Alessandra Tiddia
MART – Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto
Da martedì 6 dicembre 2022 a domenica 19 marzo 2023
Per info e contatti: MART Rovereto
L’immagine di copertina: Carlo Carrà, Le figlie di Lot, 1919, Collezione VAF-Stiftung, Mart
Cr. ph. MART Rovereto
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