Se oggi via del Babuino a Roma è sede delle principali Case d’Asta e Gallerie d’Arte della capitale lo si deve anche al fatto storico che questa zona fosse il ritrovo di un gruppo di artisti che operavano sotto il nome di bamboccianti, e che elessero via del Babuino e via Margutta, poco distanti dalla successiva dimora romana di J. W. Von Goethe, quale luogo di ritrovo per le loro “chiassose” adunate. Vissuti nel secolo XVII tra i residui della lezione caravaggesca e il Barocco imperante i “Bamboccianti” e la loro produzione rappresentarono l’importante riflessione, un pensiero vero e proprio, sulla pittura a carattere prevalentemente naturalistico. Il capo storico di questo movimento artistico fu il “Bamboccio” alias Pieter van Laer, un pittore olandese che visse il suo periodo “italiano” dal 1625, anno in cui arrivò a Roma, al 1639, anno in cui fece il suo ritorno in Olanda. Al suo rientro nel paese di origine dopo una breve permanenza ad Amsterdam, si ritirò definitivamente ad Haarlem dove era nato e dove dopo pochi anni dall’esperienza romana morì (Haarlem, 1599 – 1642 ca.).
Le “bambocciate” furono opere ricercate e di successo immediato, soprattutto nell’entourage della nuova classe di collezionisti che tappezzarono le loro abitazioni con tele di piccolo formato provenienti da questa scuola. L’accezione a volte negativa additata a tali opere aveva radici contemporanee a quel gruppo, la ragione è da ricercare nell’invidia provocata tra gli artisti di corrente barocca, e che provocava un sentimento di “dolore” per le tematiche “vili e volgari” come quelle trattate.
L’iniziale gruppo di Bamboccianti comprendeva artisti come:
- Andries Both;
- Jan Both;
- Anton Goubau;
- Dirck Helmbreker;
- Jacob van Staverden;
- Jan Asselyn;
- Jan Miel;
- Johan Filip Lemke;
- Johannes Lingelbach;
- Karel Dujardin;
- Thomas Wijck;
- Willem Reuter;
- Michael Sweerts;
- il francese Sébastien Bourdon;
… e alcuni italiani quali:
- Michelangelo Cerquozzi (1602-1660);
- Viviano Codazzi (1611-1672);
- Filippo Giannetto (1630-1702).
Da come si può notare a questa scuola aderirono pittori olandesi, fiamminghi, francesi e alcuni italiani attivi a Roma in quel periodo.
Il punto di vista storico artistico, tradizionalmente riconosciuto allo stile dei Bamboccianti era quello che l’arte realizzata da Pieter van Laer offriva un “vero ritratto di Roma e la sua vita popolare senza alcun cambiamento o alterazione” di ciò che l’artista vede. Tuttavia, i loro contemporanei non consideravano generalmente i Bamboccianti come realisti. Una visione alternativa dell’arte dei Bamboccianti è che le loro opere costituissero allegorie complesse in grado di fornire una visione critica dell’arte “classica”, tutto ciò al fine di portare l’osservatore a contemplare l’opera d’arte quale frutto di idee più elevate. La loro posizione storica è quindi legata ad una lunga tradizione di paradosso in cui i soggetti “vili” e “volgari” erano il mezzo per trasmettere importanti significati, filosofici.
Il suo stilema è stato oggetto dello sdegno dai pittori italiani, soprattutto di quelli più eminenti, attivi a Roma e a Bologna (come Sacchi, Albani e Reni), ma questo atteggiamento non si tradusse in una perdita di commissioni, in un impoverimento della domanda, bensì l’effetto fu opposto, e in effetti, i dipinti di van Laer nel tempo sono diventati molto ricercati. Molto probabilmente l’attività dell’artista, inizialmente, dipese dal libero mercato e dai mercanti d’arte, piuttosto che da committenti privati o ecclesiastici, com’era consuetudine per i maggiori artisti presenti sul mercato. Tuttavia, in un decennio di lavoro a Roma, i prezzi per i suoi dipinti è documentato fossero piuttosto importanti. Tra i principali collezionisti delle sue opere si possono annoverare Pietro Testa, Cassiano dal Pozzo, il marchese Vincenzo Giustiniani e, non ultimo, il mercante fiammingo, attivo a Napoli, Gaspar Roomer.

Pertanto cadrebbe in errore chi pensasse di attribuire frettolosamente al termine “bambocciata” (s.f. a cui viene dato il senso di atto o discorso non serio, ridicolo o sgradevole) un valore riduttivo, di opera minore, semplicemente perchè il reale signifcato del termine può indurre ad equivocare, perchè riconducibile al sostantivo maschile “bamboccio” – bambino gradevolmente grasso oppure fantoccio fatto di stracci – svuotando del reale valore semantico l’accezione artistica che storicamente fu attribuita a questa caratteristica corrente artistica seicentesca che ebbe il difetto di contraddire gli assunti stilistici e tematici del (roseo ovattato e arzigogolato) Barocco.
Indagine biografica delle fonti
Pieter van Laer nacque ad Haarlem, era il secondo figlio di Jacob Claesz Boddingh di Haarlem e Magdalena Heyns di Anversa. Adottò il cognome “van Laer” solo in un secondo momento, molto probabilmente prese il cognome da un parente stretto, alcuni sostengono dal padrino di suo fratello. Proveniente una famiglia benestante, i suoi genitori gestivano una scuola privata ad Haarlem fondata dal padre di Magdalena, il famoso scrittore ed editore Peeter Heyns, dal quale prese il nome di “Pieter”.
Il fratello maggiore, Roedolff van Laer, divenne anch’egli pittore e fu conosciuto come Roeland van Laer (o Orlando van Laer); mentre il fratello più giovane Nicolaes Bodding divenne noto come Nicolaes Boddingius, importante insegnante e ministro[x]. E’ molto probabile che in giovane età, nella sua città ad Haarlem, sia stato allievo di Esaias van de Velde[x] (i suoi primi lavori mostrano l’influenza di questo pittore), e che condivise la propria abitazione romana, in Via Margutta, con Giovanni di Filippo del Camp, di cui si dice ne sia stato l’allievo[x]. (work in progress)
di I.G.
L’articolo è proprietà dell’autore ed ogni riproduzione è severamente vietata (L/22/4/1941 n°633 e relative modifiche) eccetto nei casi previsti dalla legge.
©InMostraBlog
Bibliografia di riferimento
-G.Briganti, I bamboccianti pittori nella vita popolare del Seicento a Roma, Roma, 1950;
-E.Lavagnino, Michael Sweerts e i bamboccianti, Ed. Del Turco, Roma, 1958;
-Briganti, Trezzani, Laureati – I bamboccianti … a Roma nel seicento, Bozzi Editore, 1983;
-L’opera in copertina è di Pieter Van Laer, Scena magica con autoritratto, 1638/39 ca., olio su tela cm 78.8×112.8, Metropolitan Museum of Art di New York;
– “bambocciata” s. f. [der. di bamboccio]. – 1. Azione, discorso puerile, da bambini. 2. Nella storia dell’arte, genere di pittura vòlto a rappresentare, con vivacità figurativa e con animati effetti di luce e di colore, scene di strada, di taverne, di mercato, di zingari e sim., in aperto contrasto con la grande pittura ufficiale barocca; fu coltivato soprattutto nel sec. 17°, e fu così denominato dal soprannome, Bamboccio, del pittore olandese Pieter van Laer, che operò a Roma nella prima metà del Seicento. (dal Vocabolario Treccani)
L’ha ribloggato su Pittura1arte2disegno3 Community Artistica Culturalee ha commentato:
COMMUNITY ARTISTICA CULTURALE “IL NOSTRO IMMENSO PATRIMONIO ARTISTICO CULTURALE” Google+Facebook+e qui in WordPress BlogRoll PITTURA1ARTE2DISEGNO3.WORDPRESS.COM SEGUI Allegati : *LE OPERE DEL BAMBOCCIO, LE BAMBOCCIATE …..TRA REALISMO,IRONIA E STEREOTIPI* PIETER VAN LEAR alias il BAMBOCCIO” Pittore, Maestro Olandese 15 DICEMBRE 1599 (attivo a ROMA tra il 1625 e 1639) +30 GIUGNO 1642 HAARLEM,PAESI BASSI *CELEBRAZIONI 419° ANNIVERSARIO DI NASCITA* GRAZIE e buona navigazione ,pittrice artistica Susanna Galbarini in *PITTURARTISTICA 36° ANNIVERSARIO*
"Mi piace"Piace a 1 persona
Grazie, passione condivisa per l’arte … le nostre pubblicazioni sono desideri e sogni condivisi …
"Mi piace""Mi piace"