Il prossimo autunno, il MART di Rovereto, sarà teatro della più importante mostra dedicata al genio futurista Fortunato Depero: “Depero new Depero“, «Comincia così – recita il comunicato stampa ufficiale – il programma di attività che anticipa l’attesa mostra […] in programma nell’autunno 2021 nelle sale del Mart». Nato a Fando di Val di Non nel 1892, l’artista si trasferisce in giovane età a Rovereto, eleggendo la città trentina sul Leno quale sede della «Casa d’Arte Futurista Depero, un progetto profetico, di cui Depero curò personalmente tutti i dettagli con un obiettivo: l’abbattimento di ogni gerarchia nelle arti». La Casa Depero infatti, riaperta nella primavera 2021, dopo i lavori di rinnovamento offre al visitatore, in una mostra permanente, l’ampia produzione creativa del genio roveretano: dipinti, arazzi, sculture, cartellonistica pubblicitaria, mobilia in legno, produzione letteraria ed il celebre catalogo auto-pubblicitario conosciuto come “Bullonato” o “Imbullonato” o ancora “Libromacchina imbullonato“: il famoso “DEPERO FUTURISTA”. Oltre a cambiare completamente il concetto di libro, il Bullonato è un vero e proprio oggetto d’arte, spesso sotto la lente attenta del collezionismo meno distratto.

Da alcuni anni, questo strano libro, sta osservando un insolito successo intorno a se, anzi, a dirla tutta, intorno al suo essere in realtà un “semplice catalogo auto-pubblicitario” (A. L. Giannone, Congedo, 1993); il volume in questione è il cosiddetto “libro imbullonato” o semplicemente “Bullonato” dell’artista trentino Fortunato Depero (Fondo di Val di Non, 1892 – Rovereto, 1960). In effetti il forte interesse suscitato dal “Depero Futurista” (questo il vero nome del catalogo pubblicato nel 1927 da Depero in collaborazione con l’editore Fedele Azari), non è poi così recente. Già nel 1993 il salentino Antonio Lucio Giannone, insieme ad Enrico Crispolti (da poco scomparso) e al trentino Maurizio Scudiero, tra i massimi esperti del processo modernizzante futurista, pubblica un suo testo critico legato proprio all’insolita «associazione tra oggetto-libro e meccanizzazione dello stesso». La conferma del “fascino” a cui accenna Giannone, nel volume “Futurismo e dintorni”, pubblicato per i tipi della casa editrice Congedo di Galatina (Lecce), una miscellanea a cura del docente dell’Università del Salento, nel saggio dal titolo “Su Fortunato Depero – il libro imbullonato” (pp. 39-43), è proprio nel rinnovato interesse da parte dei collezionisti più attenti e, doveroso dirlo, sempre più colti: dunque il “Bullonato” è molto più, com’è stato definito da una certa critica, di “un vero e proprio libro-feticcio del collezionismo”.



Il prezioso e raro volume è stato posto all’incanto recentemente (lo scorso 26 gennaio 2021 – asta 500, lotto 294) presso la nota casa d’aste milanese “Il Ponte”, dipartimento libri e manoscritti, sezione libri d’artista, registrando un risultato eccezionale per questo genere di oggetti: il libro, stimato tra i 12 e 18 mila euro, battuto per la cifra di 14.500 €, è stato inserito in una collezione privata anonima per la somma finale di 18.125 € (il prezzo del martello maggiorato del 25% dei diritti da riconoscere alla intermediazione della nota Maison in via Pontaccio a Milano). In questo caso specifico, esistono infatti diverse copie del “libro imbullonato”, si è trattato di un raro esemplare non numerato ma autografato, al verso del frontespizio, dall’artista di Rovereto.

Il libro imbullonato è un esperimento condotto da Fortunato Depero (Fondo, 1892-Rovereto, 1960) insieme al suo editore Fedele Azari, anzi, si dice che il “Bullonato” sia proprio un’idea di quest’ultimo, così come l’atto di procurare viti e bulloni in alluminio, necessari per la strana rilegatura. All’epoca dei fatti fu dichiarata una tiratura di mille esemplari, mai realizzata a causa dei troppo elevati costi di stampa e assemblaggio tipografico; il catalogo è stato così chiamato grazie all’idea di imbullonare la copertina, allineandosi perfettamente con l’ideale futurista della «dimensione globale del fare artistico» e della «intuizione», religiosamente professati da Marinetti e dagli artisti aderenti al suo movimento artistico-culturale. Del resto, così come emerge dall’atto ufficiale di fondazione del gruppo, il “Manifesto tecnico della letteratura futurista”, pubblicato nel 1909 sulle colonne del quotidiano francese “Le Figarò”, «l’intuizione non ha preferenze». Depero, inoltre, come molti altri suoi colleghi, si cimenta spesso con la cartellonistica e la pubblicità – così come avvenne per l’appunto nel progetto della bottiglietta che il trentino realizzò per “Campari Soda”. Il DEPERO FUTURITSTA, invece, è un vero e proprio esperimento di marketing, dove si ritrovano per l’appunto la dimensione globale e l’estro dell’artista, in questo caso però, messi al servizio di un semplice «catalogo autopubblicitario» (Giannone, Depero Futurista – Dinamo Azari 1927, S.P.E.S, Firenze, 1987, vol. II, pp. 38-39, II rist. anast.). Per lo storico J. Andel «la glorificazione della macchina e della tecnologia, ispira anche i futuristi quando ricorrono all’uso di materiali industriali […] che conferiscono una sensazione tattile al prodotto della stampa»; mentre per il tedesco R. Jentsch si tratta di «uno dei capolavori d’avanguardia nella storia del libro-oggetto».
Per Giannone invece, che giunge prima di molti altri sul rivoluzionario prodotto culturale del genio trentino, (già nel 1987 contribuisce alla seconda ristampa anastatica sia del Depero Futurista che delle Liriche Radiofoniche, sempre a cura di Luciano Caruso), Depero con il Bullonato interviene direttamente sulla fase creativo-letteraria. Nel Bullonato infatti, scrive il docente dell’Università del Salento, per esempio, «la scrittura viene visualizzata, dando vita a un vero e proprio tecnopaegnion, che raffigura lo scorrere di un ruscello» (Giannone, La poesia “radiofonica” di Depero, S.P.E.S, Firenze, 1987, pp. XLVIII-LV, rist. anast.). Per l’autore leccese dunque, Depero realizza non solo un libro-oggetto, ma una vero e proprio prodotto letterario futurista, il trentino mette insieme le «parole in libertà» di Marinetti e le «immagini in libertà» dei lacerbiani – Palazzeschi, Papini, Soffici – coniugandole in un condensato di modernità ancora oggi dal “fascino” eccezionalmente contemporaneo (Cfr. M. Galiotta, Eccezionalita’ del Libro “Bullonato” di Depero, in Arte Trentina, a. II, n.7, Ediz. Dusatti Rovereto, 2021).



«Fortunato Depero è protagonista di una grande mostra che esplora l’attualità delle sperimentazioni dell’artista e le influenze delle sue ricerche negli ambiti dell’arte, della moda e del design dagli anni Settanta ad oggi.
Esposti circa 500 lavori tra opere, disegni, mobili, oggetti, manifesti, fotografie, libri e riviste; una decina di video e film realizzati negli ultimi 20 anni; fumetti e oggetti di design, oltre ai celebri prodotti Campari». (Dal15 ottobre 2021 al 13 febbraio 2022, Cit. Mart Rovereto).
di Massimo Galiotta
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Distrazioni di un collezionista: il “Bullonato” di Fortunato Depero
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