Vittorio Sgarbi e “la ricerca della bellezza”

Una mostra diversa dalle solite, un Vittorio Sgarbi diverso dal solito. Un evento che ha il sapore dell’atto “dovuto”, un necessario riconoscimento che il figlio e la sorella dedicano ai genitori, artefici delle vicende artistiche familiari; narrazione di una vita, di più vite, dedicate alla “ricerca della bellezza”: Vittorio ricorda con i presenti storie che hanno dell’incredibile, di quand’era giovanissimo, di come acquistò un dipinto (esposto proprio ad Ascoli) e rientrò a casa con il quadro sulla capotte della sua auto. Sorride entusiasta mostrando le foto di famiglia esposte insieme ai dipinti, “belle vero?”, commenta con un sorriso soddisfatto; poi passando da una sala all’altra accarezza il braccio di una bambina con un sorriso paterno, mi tocca la spalla e mi sorride, mi guarda, è diverso dal personaggio televisivo, è il Vittorio che vorresti sempre ascoltare. Quando parla di Arte il volto gli si illumina: poi un collasso, si sente male, lo spogliano, acqua frizzante per rinfrescato, foto…autografi, io gli reggo la bottiglietta d’acqua, “Vittorio come stai?”, gli sussurro preoccupato; “bene”, mi risponde pallido in viso, e poi come un “toro buono” rilascia un’intervista alla TV locale. Come un conbattente che cade e si rialza, fiero, consapevole del suo ruolo, della sua sorte: l’arte rende immortali.

Ecco il resoconto di Martedì 5 luglio ad Ascoli Piceno, la dove c’è stata l’inaugurazione estiva de “La ricerca della bellezza”, delle nuove opere provenienti dalla Collezione Cavallini-Sgarbi, esposte a Palazzo dei Capitani del Popolo di Ascoli Piceno. La mostra è stata allestita da Elisabetta Sgarbi, presente all’evento insieme al fratello che ha tenuto, come già accennato, una conferenza pubblica dagli insoliti risvolti.

La mostra espone le opere provenienti dalla collezione privata della famiglia, oggi Fondazione Cavallini-Sgarbi, frutto della ricerca amorosa di Vittorio Sgarbi, in collaborazione con la madre Rina Cavallini; opere acquisite in una lunga storia di collezionismo, in aste tenutesi in ogni angolo del mondo: perché la ricerca del bello, di sé stessi, non ha frontiere, da sempre.

di Massimo Galiotta

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