Una rarissima copia de “Le Vite del Vasari (datazione 1568) annotate di Federico Zuccari” è in asta in questi giorni (termine previsto il 15/12/2021 10:19:00): la stima si aggira tra i 35.000,00 e i 45.000,00 euro. L’oggetto, in ottime condizioni di conservazione, è in asta da Pandolfini a Firenze.

Le Vite del Vasari sono ormai da molto tempo sotto la lente del dibattito filologico sull’origine dello storico volume: sembrerebbe infatti che il Vasari abbia attinto al cinquecentesco manoscritto Magliabechiano XVII, 17 della BNCF – meglio noto come “Anonimo Magliabechiano o Anonimo Gaddiano“. Uno studio approfondito dal titolo “Le Officine delle Vite: Nuove osservazioni filologiche sul manoscritto Magliabechiano XVII, 17 e le Vite del Vasari” di Lorenzo Bartoli dell’Università di Madrid, affronta l’argomento sulla genesi, adducendo prove concrete alla storica tesi che vuole Vasari non precursore ma consecutio del meno noto “Anonimo Magliabechiano o Anonimo Gaddiano“. Questo esemplare in asta invece è un set di tre volumi vasariani autentici risalenti al 1568, prima edizione illustrata data alle stampe dal Giunti 18 anni più tardi dalla versione originaria del1550:

«Esistono varie copie delle Vite vasariane anticamente postillate, sia dell’edizione originale del 1550, sia di questa prima edizione illustrata del 1568. In particolare, è attestato che il pittore manierista Federico Zuccari (1539-1609), autore di un gran numero di affreschi in varie città italiane, e, tra le altre cose, di vari ritratti della regina Elisabetta I e di un eccezionale ciclo di disegni per la Divina Commedia (oggi conservato presso gli Uffizi), postillò ben due copie delle Vite Giuntine del 1568. La prima si trova presso la Biblioteca Nazionale di Spagna in quanto l’esemplare fu donato da Zuccari a El Greco durante la sua permanenza in Spagna (1586-1588); tale esemplare fu poi fittamente annotato anche da El Greco. La seconda copia postillata da Zuccari è conservata alla Bibliothèque Nationale de France, sebbene non è noto come vi sia arrivata.
A queste due copie ne va aggiunta una terza, reperita nella seconda metà dell’Ottocento dallo studioso vasariano Gaetano Milanesi (1813-1895), che nel suo fondamentale trattato Le opere di Giorgio Vasari, con nuove annotazioni e commenti di Gaetano Milanesi (Firenze, Sansoni, 1906) parla appunto di un esemplare delle Vite dei Giunti “già posseduto dal cavaliere Alessandro Saracini di Siena”, attribuisce le postille a Zuccari e le trascrive commentandole.
Ad un primo confronto, le note trascritte da Milanesi corrispondono a quelle che si trovano nel nostro esemplare. Si segnala in particolare la correzione “aquistato” al margine della carta 4Pr, parola che Zuccari sostituisce al termine “perduto” nel testo (sul quale tira una riga); tale correzione è presente anche nell’esemplare parigino ed è “l’unico caso di postilla identica fra i due esemplari”, come fa notare lo studioso Giovanni Mazzaferro nel suo lungo articolo Gli esemplari postillati delle Vite vasariane: un censimento. In questo stesso articolo è possibile visionare la foto di un frammento dell’esemplare El Greco, che, permettendo un confronto calligrafico (va osservato in particolare il termine “instoriate”), porterebbe a confermare l’attribuzione del Milanesi a Zuccari delle postille nel nostro esemplare. Ad ulteriore riprova, si prenda in considerazione anche la frase anticamente manoscritta all’inizio del nostro volume (forse da Milanesi?) “le postille marginali che si trovano sparse da pagina 592 in giù, sono di mano di Federigo Zuccheri”.
PRIMA EDIZIONE ILLUSTRATA di questa celebre galleria di 161 biografie dei principali artisti e architetti italiani del Rinascimento (termine coniato dal Vasari). Pubblicata diciotto anni dopo la prima edizione dell’opera, questa seconda edizione, oltre ad essere la prima illustrata, reca una nuova dedica a Cosimo de’ Medici ed è considerevolmente ampliata: vi sono aggiunte 28 biografie di artisti più recenti, tra cui Tiziano, un’autobiografia di Vasari e un trattato di tecniche artistiche. I ritratti xilografici, eccezionalmente espressivi, furono incisi da vari artisti su disegni dello stesso da Vasari. Sebbene alcune delle biografie contengano inesattezze, l’opera rimane la principale autorità sugli artisti di uno dei periodi più fertili della storia dell’arte occidentale, e infatti non a caso è definita “the first modern history of art” (PMM)».
Fonte testo tra virgolette: sito ufficiale Pandolfini Aste
dal 9 al 15 dicembre 2021 – Lotto 19 – Asta a tempo, 1100
Stima: 35.000,00 – 45.000,00 €