Sgarbi fa il bis … dopo lo spettacolare Caravaggio che ci ha raccontato per tutto il 2016, l’estro e l’oratoria del “Vittorio” nazionale tornano sulla scena dei teatri italiani con un altro grande artsita della storia, Michelangelo Buonarroti. Ancora un personaggio dall’ombra lunga che in pochi potrebbero raccontare così approfonditamente come farà Sgarbi. Due ore di “Lectio Magistralis” non solo sull’artista ma anche sull’uomo che segnò il Rinascimento. Lo spettacolo già in tour dal 2017 continua il suo itinerario con numerose tappe in un giro d’Italia che, in questo 2018, ha già toccato Brindisi, Bergamo e Brescia, solo per citarne alcune.
Non è un caso che lo spettacolo di Sgarbi dedicato a Michelangelo Buonarroti vada in scena proprio in questi giorni. Il genio dell’arte nacque, infatti, il 6 marzo di 543 anni fa (correva l’anno 1475) e l’illustre Vittorio, professore di Storia dell’Arte, lo sa bene che i personaggi storici vanno ricordati nell’anniversario … aiuta lo spettatore a ricordare diffondendo allo stesso tempo cultura “erga omnes“.
Non è un caso, neppure, la vicinanza dello spettacolo alla data dell’otto di marzo; noto l’amore provato da Sgarbi per l’Arte e per la Donna, quest’ultima spesso celebrata dai grandi artisti della storia, troppo frequentemente maltrattata nella quotidianità dei nostri giorni. Quella quotidianità che non lascia spazio all’Arte nelle sue innumerevoli forme e manifestazioni. Ed è qui che il noto critico ferrarese sente il dovere di fare cultura, uscendo dell’aula magna dell’Ateneo di Perugia per raggiungere tutti gli strati della società. Diffondere cultura, è questo il dovere dell’erudito, di colui che possiede “un notevole bagaglio di cognizioni in una o più discipline…cit.”, e ciò lo renderà immortale, memoria storica della nostra società.
Doppio tributo, dunque, quello che Vittorio Sgarbi dedica alla bellezza riservandoci, ancora una volta, un posto in prima fila tra coloro che non saranno mai ebri di fronte all’immenso patrimonio artistico del nostro paese.
Michelangelo Buonarroti (Caprese, 6 marzo 1475–Roma, 18 febbraio 1564) scultore, pittore, architetto e anche poeta … ecco il profilo storico artistico del “Genio ante litteram” che dal 1504 in poi cambiò la storia dell’arte del Rinascimento italiano.
E’ proprio in quell’anno che tutto ebbe inizio con la commissione avuta per affrescare la Grande Sala del Consiglio a Palazzo Vecchio a Firenze, il soggetto che avrebbe dovuto ritrarre era “La battaglia di Cascina“, al suo fianco un altro immortale della nostra storia, Leonardo Da Vinci e la sua mai compiuta “Battaglia di Anghiari“.
Ma è nel 1507 con il “Tondo Doni” che Michelangelo inizia il periodo “Manierista“, un piccolo dipinto di forma circolare avente come soggetto “La Sacra Famiglia“, la commissione di Agnolo Doni e la particolare forma conferirono nel tempo il nome al capolavoro michelangiolésco.
Solo un anno dopo, nel 1508, inizia a Roma i lavori per affrescare la volta della Cappella Sistina, finiti poi nel 1512. E circa trent’anni più tardi, sulla parete di fondo della stessa cappella papale “il Giudizio Universale” che aprì un vuoto perenne, una voragine stilistica, fra lui e chi lo seguì negli anni, o almeno fino al 1571, anno della nascita di Michelangelo Merisi, ma questa è un’altra storia.
di Massimo Galiotta
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L’ha ribloggato su Architectural Images By Louis Dallarae ha commentato:
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